18 Giu Io non sono i miei pensieri
Io non sono i miei pensieri. Questa frase, per quanto assurdo possa sembrare, l’ho sentita e l’ho letta svariate volte, ma l’ho capita realmente solo negli ultimi tempi.
Quante volte ci è capitato di riflettere ossessivamente su alcuni nostri comportamenti? O ancora meglio, quante volte ci siamo soffermati a dire a noi stessi, dopo un determinato evento o una serie di blocchi: “oddio che figura che ho fatto, sicuramente lui/lei penserà che sono uno stupido, uno che non sa comportarsi, che non sa parlare, che ha difficoltà in tutto ciò che fa… ecc ecc.” Questi pensieri negativi, quest’essere così autocritici verso noi stessi, a lungo andare, ci ha trasportati all’interno di un vortice, dentro una spirale di emozioni che ha trascinato a fondo con sé la nostra autostima.
“Io non sono i miei pensieri. Io non sono i miei pensieri.” Questo dovrebbe diventare il nostro mantra da recitare nel momento in cui veniamo afferrati da quella spirale negativa. Ripeterselo più volte, fino a far sparire proprio quei pensieri a cui noi spesso e volentieri ci avvinghiamo senza apparente motivo. “Io non sono i miei pensieri.”
La balbuzie potremo dipingerla ed immaginarla come un lungo tratto di strada sospesa nello spazio e nel tempo, dove gli ostacoli, le buche, i dossi e gli incroci pericolosi senza alcun segnale preventivo sono tutti quei momenti di crisi, di indecisioni, di scelte non fatte, di blocchi, di figuracce e di rossore sulle guance; ed i tratti pianeggianti, invece, sono i momenti con noi stessi, dove niente e nessuno può scalfire il nostro dialogo interiore. In questi ultimi momenti, però, quando ci ritroviamo a contatto con il nostro sé, con il nostro daimon come lo chiamava Socrate, è altrettanto facile che quell’io autocritico di cui parlavamo prima faccia capolino ed intervenga malevolmente. E allora, come si può “ingannare” la propria mente facendo scivolare via quest’ultimo pensiero scomodo? Ancora una volta, proprio come si fa esercizio all’interno dei nostri corsi per smettere di balbettare, bisognerà esercitarci ripetendosi “Io non sono i miei pensieri”, cercando di far “cadere” quei pensieri autocritici e autodistruttivi.
La mente umana è progettata per pensare, quindi l’inevitabilità di un semplice ragionamento finanche fugace è cosa naturale, tutto sta nell’accorgersi quando quel pensiero diventa tossico per noi stessi.
Non esiste bacchetta magica, sarebbe troppo facile, la sola ed unica cosa da fare per non avvitarsi in pensieri scomodi che ledono solamente la nostra autostima è quello di esercitarci a volerci bene, poco alla volta, giorno dopo giorno, ragionando (stavolta a ragion veduta) su pensieri costruttivi ed al contempo sentendo, ma lasciando volar via, come una piuma trasportate dal vento, quel pensiero autocritico.
“Io non sono i miei pensieri.”
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